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LA SFIDA DELLA RESISTENZA ANTIMICROBICA (AMR): UNA CRISI GLOBALE E IL RUOLO CRUCIALE DEI PROBIOTICI

Resistenza antimicrobica (AMR): un problema sanitario che merita la massima attenzione

La resistenza antimicrobica (AMR), con particolare attenzione alla resistenza agli antibiotici, è una delle emergenze sanitarie più gravi dei nostri tempi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) prevede che entro il 2050 l’AMR potrebbe causare fino a 10 milioni di morti all’anno, superando le principali cause di mortalità come il cancro e le malattie cardiovascolari. Inoltre, comporta costi economici significativi: si stima che l’AMR possa gravare sull’economia globale per 100 trilioni di dollari entro la metà del secolo.

Questa minaccia globale richiede interventi immediati e coordinati per prevenire un’epoca post-antibiotica, in cui infezioni comuni e interventi chirurgici diventerebbero potenzialmente letali.

Per aumentare la consapevolezza sull’uso corretto degli antibiotici e promuovere azioni concrete contro la resistenza antimicrobica, ogni novembre, l’OMS celebra la Settimana Mondiale di Sensibilizzazione sull’AMR. Nel 2024, lo slogan “Prevenire l’AMR: Agire subito” sottolinea l’urgenza di affrontare la crisi con un approccio globale. Durante questa settimana, eventi e campagne informano i cittadini, i professionisti sanitari e i decisori politici sui rischi associati all’AMR e sulle pratiche responsabili per contrastarla.

Cosa sono l’antimicrobico resistenza (AMR) e l’antibiotico resistenza?

L’AMR si verifica quando microrganismi come batteri, virus, funghi e parassiti sviluppano la capacità di sopravvivere ai farmaci progettati per eliminarli. La resistenza agli antibiotici, una delle forme più critiche di AMR, riguarda batteri che diventano resistenti alle terapie antibiotiche. Questo fenomeno compromette l’efficacia dei trattamenti e rende le infezioni più difficili da curare, con conseguenze devastanti per la salute pubblica e l’economia.

Perché l’AMR è una crisi globale?

La resistenza antimicrobica ha un impatto devastante sia a livello globale sia locale. Secondo l’OMS, nel 2019 ci sono stati 4,95 milioni di decessi associati all’AMR, di cui 1,27 milioni direttamente attribuibili alla resistenza antibiotica.

In base a quanto riportato dall’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), ogni anno in Europa si verificano circa 800.000 infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici, provocando oltre 35.000 decessi. Tuttavia, l’Italia si distingue negativamente in questa statistica.

Il rapporto dell’ECDC e un dossier dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ci informano che l’Italia presenta criticità sia nei consumi di antibiotici sia nel tasso di infezioni ospedaliere. In Italia, infatti, il consumo di antibiotici ha tassi che superano la media europea e, nonostante le campagne di sensibilizzazione, il trend è in crescita. Questo uso eccessivo e spesso inappropriato degli antimicrobici è uno dei principali fattori che alimentano la diffusione della resistenza agli antibiotici, rendendo sempre più difficile trattare infezioni comuni.

Per quanto riguarda, le statistiche riguardanti le infezioni ospedaliere si segnala che un terzo dei decessi europei legati all’AMR, circa 12.000 all’anno, si verifica nel nostro Paese. Nel biennio 2022-2023, 430.000 pazienti ricoverati hanno contratto infezioni durante la degenza, pari all’8,2% dei ricoveri, un dato superiore alla media europea del 6,5%. Tutto ciò comporta un costo annuale di 2,4 miliardi di euro per il Servizio Sanitario Nazionale. Inoltre, se la tendenza non sarà invertita, nel 2050 l’antibiotico resistenza potrebbe diventare la prima causa di morte in Italia, superando le malattie cardiovascolari e i tumori.

Da questi dati si prospetta uno scenario drammatico che rende evidente l’urgenza di intervenire per ridurre l’uso improprio di antibiotici e migliorare le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, specialmente nei contesti ospedalieri.

Come si sviluppa l’antibiotico resistenza?

La resistenza antibiotica è un fenomeno naturale, ma, come già accennato, può essere accelerato da comportamenti umani come:

  • Uso eccessivo o scorretto negli esseri umani: prescrizioni inappropriate o terapie incomplete favoriscono la selezione di batteri resistenti;
  • Uso negli allevamenti intensivi: gli antibiotici vengono utilizzati per promuovere la crescita degli animali, contribuendo alla diffusione di batteri resistenti;
  • Diffusione ambientale: i batteri resistenti si propagano attraverso acqua, suolo e catene alimentari.

Un rapporto del 2022 ha identificato sei principali batteri patogeni (Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Klebsiella pneumoniae, Streptococcus pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter baumannii) come responsabili di oltre 3,57 milioni di decessi associati alla resistenza antibiotica.

Il ruolo dei probiotici nella riduzione dell’abuso di antibiotici

I probiotici, microrganismi vivi con effetti benefici sulla salute, rappresentano un valido alleato nella lotta contro l’AMR. Promuovendo l’equilibrio del microbiota intestinale e rafforzando il sistema immunitario, i probiotici possono contribuire a ridurre l’incidenza di infezioni comuni e l’abuso di antibiotici.

Benefici chiave dei probiotici

  1. Prevenzione delle infezioni comuni: riducendo il rischio di infezioni respiratorie e gastrointestinali, si limita la necessità di antibiotici;
  2. Protezione durante la terapia antibiotica: i probiotici contrastano gli effetti collaterali associati alla terapia antibiotica, come la diarrea, e riducono il rischio di infezioni opportunistiche (Clostridioides difficile);
  3. Supporto al recupero post-terapia: mantengono l’equilibrio del microbiota intestinale, favorendo una più rapida risoluzione della disbiosi e riducendo le complicazioni della stessa.


Probiotici con resistenza intrinseca sicura: un alleato nella terapia

Alcuni probiotici presentano una resistenza intrinseca naturale e selettiva verso uno o pochi antibiotici specifici. Un esempio è il Bifidobacterium breve PRL2020, contenuto in Brevicillin®, che ha dimostrato la capacità di sopravvivere ad alti dosaggi di antibiotici come l’amoxicillina e l’amoxicillina + acido clavulanico. Questa resistenza non trasferibile è considerata sicura, poiché non contribuisce alla diffusione della resistenza ad altri batteri patogeni.

Inoltre, il Bifidobacterium breve, noto per il suo ruolo benefico nel benessere intestinale, offre diversi vantaggi quando integrato durante la terapia antibiotica:

  • Protezione del microbiota intestinale: preserva la popolazione di bifidobatteri benefici, mitigando gli effetti distruttivi che gli antibiotici hanno anche sui batteri “buoni” autoctoni;
  • Riduzione delle infezioni secondarie: limita la proliferazione dei batteri opportunistici, che tendono ad occupare gli spazi liberati dagli antibiotici tramite la drastica riduzione dei batteri benefici;
  • Recupero accelerato: favorisce il riequilibrio del microbiota e contribuisce a un recupero più rapido e completo della salute intestinale, attenuando gli impatti negativi della terapia antibiotica.


Conclusione

La resistenza antimicrobica (AMR) è una crisi globale che richiede un approccio integrato e collaborativo. Oltre all’uso consapevole degli antibiotici, strategie innovative come l’adozione di probiotici possono fare la differenza. I probiotici con resistenza intrinseca, non trasferibile e di comprovata sicurezza, come il ceppo Bifidobacterium breve PRL2020 di Brevicillin®, sono un’opportunità concreta per proteggere il microbiota intestinale, ridurre le complicazioni delle terapie antibiotiche e contribuire a un futuro più sano per tutti.

* Mancabelli L, Mancino W, Lugli GA, Argentini C, Longhi G, Milani C, Viappiani A, Anzalone R, Bernasconi S, van Sinderen D, Ventura M, Turroni F. Amoxicillin-Clavulanic Acid Resistance in the Genus Bifidobacterium. Appl Environ Microbiol. 2021 Mar 11;87(7):e03137-20. doi: 10.1128/AEM.03137-20. PMID: 33483308; PMCID: PMC8091617.